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Vuoto Indispensabile: recensione su Soundmagazine

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Il “Vuoto indispensabile” di Introversia è un connubio di diversi stili: dall’alternative rock al grunge, il gruppo catanese riesce a passare da suoni morbidi a pezzi più ruvidi con una tranquillità ed una incisività che lasciano il segno.
Forti probabilmente delle loro innnumerevoli esperienze live (hanno aperto concerti di Meganoidi, Marta sui tubi, Linea 77 e affini), che li hanno resi sicuri e esperti, niente in questo album stona, nemmeno l’idea di accostare l’amore alle chitarre elettriche che tuonano in “Lost2lost”, piuttosto che in “Canone inverso”.
In quest’ultimo pezzo molto originale è il riferimento (o forse tributo) a David Lynch e il suo Mulholland drive, con una frase ad effetto (“no hay banda”, “non c‘è musica“) pronunciata da una voce femminile.
Sofferenza e crudeltà, sono lì in qualche angolo della nostra mente e riaffiorano nel ricordo di una storia che non c’è più, di una passione svanita.
L’amore, filo conduttore dell’Lp, non è sicuramente vissuto con serenità, quel sentimento sdolcinato dei primi momenti è stato totalmente cancellato dalla memoria per privilegiare il disagio e il malessere. Non c’è felicità nelle parole ma solo un enorme rimpianto e una forte rabbia. Lei è stata amata , desiderata, presa e tenuta stretta con tutte le forze e poi è scivolata via sicuramente per sempre. Si può non soffrire per questo?
Nonostante sia costellato da liriche profonde che spaziano dalle ballate, come “Linfa” e “Zoster”, all’uso della distorsione per la voce in “Lu.fo.se”, l’album riesce a non cadere nel ridicolo e a mantenere un certo rigore. Non c’è accozzaglia tra i generi, ogni pezzo trova il suo spazio.
Peccato forse per quel pizzico di monotonia nata dall’accostamento di canzoni un po’ troppo simili tra loro (“Tramonti” e “Giorni”) che passa in secondo piano pensando alla maturità della musica.
Contrariamente ai canoni del grunge la voce non è mai troppo rabbiosa, nemmeno se parla di vendetta, e costante rimane lo schema chitarra voce chitarra impreziosito dalla profondità del basso e il ritmo frenetico della batteria.
La quasi completa rinuncia di sintetizzatore e di effettistica lascia il lavoro grezzo e avvicina molto gli Introversia allo stile dei gruppi a cui si ispirano, tra gli internazionali Artick Monkeys e Nirvana.
La scena indipendente ha bisogno di più artisti come loro e l’album, uscito nel 2010, prodotto dalla Imago Sound, merita molta attenzione.

Fabrizio (voce), Federico (chitarra), Dario (batteria) e Alberto (basso) hanno tutto il diritto di trovare il loro giusto spazio e di imporsi su molti altri che invece dovrebbero cambiare rotta.

Autore: Angela Mingoni

http://www.soundmagazine.it/blog/2010/09/24/vuoto-indispensabile-di-introversia/

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